Studio Visit dell’artista ceramista Roberto Cambi

Visitare lo studio di Roberto Cambi è come entrare in un mondo surreale e incantato dove strani oggetti animati prendono forma in incredibili ceramiche contemporanee, tutte frutto della fantasia di questo grande artista.

Roberto è un designer, un vetraio, uno scultore e un pittore di talento capace di stupire e in continua evoluzione. Pieno di idee, che realizza con le proprie mani dando vita a opere talvolta ironiche e dark pop che fanno tornare alla mente gli anni dell’infanzia quando si immaginavano e inventavano strani mostri e storie sempre diverse.

Qui sotto vi presentiamo un’intervista che permette di scoprire da dove nasce il suo talento e che cosa lo ispira per le sue incredibili creazioni.

Artmood: Se dovessi raccontare a qualcuno la storia della tua vita, da dove inizieresti?

Roberto: Non lo farei. Come recita Bernadette Robinson in Songs for Nobodies, devi partire da tre quarti o rischi che gli spettatori si addormentino. Il presente é quello che conta.

Artmood: Che cosa ti ha spinto verso il design e l’arte? Se non avessi fatto l’artista/designer, che cosa saresti diventato?

Roberto: Quando dici che sei un artista, immediatamente ti vengono fatte mille domande e ti ritrovi quasi a dover giustificare agli altri quello che fai. Sceglierei di essere un falegname, una professione che nell’immaginario comune ha una collocazione precisa e non richiede ulteriori spiegazioni.

Artmood: Nelle tue opera la ceramica e’ il materiale predominante. C’e’ un motivo per cui tu prediligi questo materiale rispetto ad altri?

Roberto: Perché la ceramica e’ una sfida costante, non importa quanta esperienza tu abbia. Ogni fase della lavorazione di un pezzo comporta rischi. E’ un materiale che richiede conoscenza tecnica e pazienza, ma soprattutto l’abilità di non prendersela quando qualcosa va male e di usare questa esperienza per crescere come artista e come persona.

Artmood: Descrivi il tuo lavoro in tre parole.

Roberto: Ambizioso, sorprendente e ironico.

Artmood: Com’e’ il tuo approccio creativo? Come nasce l’idea dietro ogni tua opera?

Roberto: Parafrasando il matematico francese Henri Poincaré, l’ispirazione nasce creando nuove connessioni, nuovi legami con oggetti, persone e concetti che sono già’ presenti attorno a me. Questa ispirazione va poi lasciata riposare senza mettere fretta o pressioni di alcun tipo. Di certo non va subito messa in pratica, ma elaborata mentalmente fino a quando prende una forma definitiva che mi soddisfi.

Artmood: Come si sono evoluti il tuo stile e le tue tecniche negli anni?

Roberto: Più che lo stile e la tecnica, sono cambiati i soggetti. La vena ironica e’ la stessa, ma ho sviluppato una coscienza più politica. Temi affrontati in progetti come i Bad Boys, Clochard e The Gluttons mi stanno particolarmente a cuore.

Artmood: Puoi citare un artista, un’opera o una serie di progetti che ti hanno particolarmente influenzato/ispirato nel tuo lavoro?

Roberto: Sono sempre stato molto attratto dalla Pop Art: da Eduardo Paolozzi, David Hockney fino ad arrivare a Jeff Koons.

Artmood: Qual’e’ l’azione piu’ provocatoria/coraggiosa/originale che hai fatto da artista/designer?

Roberto: Essere se stessi e non quello che gli altri vogliono che tu sia e’ di per se’ un atto di coraggio.

Artmood:  Quale e’ il miglior consiglio che hai ricevuto da artista/designer?

Roberto: Come diceva lo scrittore americano John Steinbeck “Nessuno vuole consigli, solo conferme’.

Artmood: Hai una citazione od una frase preferita a cui pensi spesso?

Roberto: L’originalità é per persone con la memoria corta – Grayson Perry.

Artmood: Quando lavori, preferisci il silenzio o ascolti la musica? Quale?

Roberto: Spesso in silenzio, anche se dipende dalla situazione e dal lavoro. In questo momento sto ascoltando By the River di Brian Eno.

Artmood:  Quali sono I tuoi progetti futuri?A che cosa stai lavorando in questo momento?

Roberto: Quando sono andato ad un evento per la presentazione di un libro di Richard Zimler, gli e’ stata fatta la stessa domanda. Ha risposto raccontando in dettaglio la trama del libro che stava ancora scrivendo. Quando e’ stato pubblicato, parlava di tutt’altro. Voglio sorprendere e al contempo sorprendere anche me stesso.

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