Spinto dall’intento di “un recupero del passato con un occhio rivolto al futuro”, il duo di artisti e creatori italiano SPK..OKB porta alla luce l’esclusiva collezione di sedie di design War Chairs.
C’è una sorta di fluidità nella loro collaborazione artistica: OKB si occupa dell’aspetto progettuale agendo da principale designer mentre SPK è il “creatore”, colui che usa le proprie mani per dar vita all’opera, apportando nel contempo le proprie idee al processo creativo. Con la fondamentale collaborazione di un artigiano di lungo corso, il duo fonde le tradizionali tecniche di impagliatura di sedie in contesti di progettazione attuali, per rendere ogni sedia delle War Chairs un pezzo unico.
Attraverso un’approfondita ricerca sui diversi materiali caratteristici di epoche diverse e sul loro contrastante deterioramento nel corso del tempo, OKB..SPK esplora le peculiarità che rendono ogni sedia diversa dalle altre e unica nel suo genere, ulteriormente enfatizzate dalla fusione tra il tradizionale e il contemporaneo. Non ultima l’attenzione al recupero dei materiali, nell’ottica di un design sostenibile.
La collezione ha avuto origine dal ritrovamento di due sedie risalenti, rispettivamente, al 1915 e il 1945 (gli anni delle due Guerre Mondiali, da cui il titolo delle due opere). Dall’originaria scoperta delle due prime due sedie, il progetto si è poi ampliato fino ad abbracciare successivi periodi storici significativi, da cui la sedia mimetica “1965”, la sedia in cemento armato “2001”, la sedia in ferro bagnata nel rame “2015” e la futuristica sedia-lampada “2115 Wake Up”.
Ogni sedia è composta da materiali diversi, che vanno dal ferro al legno di faggio, e sono state realizzate interamente a mano tramite l’uso di svariate tecniche artigianali come l’impagliatura e la bruciatura a mano. Nel suo ruolo di artista e creatore, il duo SPK..OKB sfida a pensare oltre la funzione diretta comunemente attribuita alla sedia .
La riflessione ironica del rapporto della sedia con la storia ha inizio nell’atto di riconoscere che la sedia, in quanto simbolo statico di routine e vita quotidiana, appartiene ad ogni epoca, muta e si evolve nell’inesorabile scorrere del tempo.